Invece dalle mie ultime vicissitudini, piuttosto intense e piuttosto irreversibili, ho capito che non è così che bisogna fare.
Le ferite che subisci per gli episodi della vita, le curve in cui vai a sbattere, i segni che ti lasciano devono far parte di te. Della tua storia e soprattutto contribuiscono a forgiarti, e persino a migliorarti. Per questo non voglio nascondere le mie ferite: non significa esibirle, odio questo tipo di esibizionismo in particolare.
Kintsugi […] As a philosophy it treats breakage and repair as part of the history of an object, rather than something to disguise.
In fondo a pensarci bene, e scriverò una banalità (ma se non la scrivo sul mio blog dove?), si tratta di arricchirsi e farsi arricchire dalle cose che ti succedono, non vergognandosi di mostrarlo. Perché in fondo mostrare quel che si vive non è un’onta.
Ho anche capito che grazie alle persone che hai intorno non devi far finta che vada tutto bene. Non devi vergognarti di chiedere aiuto quando serve, e non devi soprattutto aspettartelo.
Perché le persone non sono tutte fatte allo stesso modo e non tutte sono in grado di darti quel che ti serve nel momento in cui ti serve. Devi lasciare uno spazio, un invito, un appiglio con cui possano avvicinarsi a proprio modo, coi propri tempi. E smetterla con l’illusione dell’autosufficienza e del controllo assoluto.
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http://natsilent.com Molchanova Natalia